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Come gestire uno short stack in un torneo di poker

Anche se vi auguriamo di trovarvi sempre deep e navigare in decine e decine di big blind, a tutti capita di trovarsi short stack durante un torneo di poker. Ma come comportarsi quando i gettoni a nostra disposizione sono sì pochi, ma non pochissimi?

Esistono tantissime tabelle di push-or-fold, molto utili quando si ha uno stack inferiore ai 20 big blind. Tabelle che però non ci vengono in aiuto se di big blind ne abbiamo tra i 20 e i 25; in questo caso, può essere utile seguire alcuni consigli.

Sì alle carte alte, no a quelle basse

Una mano come 7-6 suited può essere intrigante quando abbiamo uno stack che ci permette di giocare per un piatto grosso contro un avversario ricco e che difficilmente si aspetterà una scala o un colore da parte nostra. Ma quando lo stack effettivo, che corrisponde allo stack più basso tra i partecipanti attivi ad una mano (nel nostro caso probabilmente noi), è troppo basso, questa opportunità svanisce.

Non solo, giocare con carte così basse ci pone solitamente in una situazione di svantaggio. Meglio foldarle pre-flop e limitarci a scegliere mani con carte alte come K-J, che viceversa potrebbe crearci dei grattacapi se fossimo big stack, a causa delle pessime reverse implied odds.

Coppie basse = all-in immediato

Da late position, e con uno short stack di 20-25 big blind, qualsiasi coppia da 7-7 a 2-2 è da push  immediato. Probabilmente avremo la mano migliore, e sicuramente non vogliamo rilanciare pre-flop e giocare post-flop con carte vulnerabili a qualsiasi overcard, né chiamare lo shove di un avversario rischiando di trovarci contro qualcosa come T-9.

Con stack da 20-25 grandi bui, con le coppie basse vale la pena fare open-shove, mentre con 25-30 big blind anche lo shove in three-bet è all’ordine del giorno.

Il gioco post-flop

Con uno short stack non ancora in situazione disperata, capiterà di giocare qualche mano post-flop. In questo caso, i consigli sono due:

  1. Se siamo gli aggressori del pre-flop, occorre polarizzare il range di continuation bet, che deve comprendere le top pair/top kicker, i combo draw con cui siamo disposti a chiamare uno shove e le bottom pair o i progetti deboli (tipo scale a incastro) con cui folderemo in caso di shove.
  2. Se apriamo il gioco da middle e veniamo chiamati da un giocatore in posizione, spesso avremo contro una mano Broadway: questo ci permette di scegliere con più efficacia quando piazzare una value-bet e quando bluffare.

Limpare non è sempre sbagliato

Con uno stack intorno ai 25 bui, una mano come J-9 suited da bottone è difficile da foldare: ma che succede se apriamo il gioco con un raise e subiamo controrilancio all-in? Ci tocca foldare, rinunciando a qualche altro buio prezioso.

Limpare, in situazioni come questa, ci permette di vedere il flop o eventualmente di gettare le carte nel muck limitando i danni. L’importante è ricordarsi di farlo di tanto in tanto anche con mani forte, per non diventare troppo prevedibili.

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