Daniel Negreanu e Phil Hellmuth sul coronavirus: “State a casa”. E le WSOP a forte rischio.
L’emergenza coronavirus non poteva certo risparmiare il poker. Chiudono i negozi, si fermano le aziende, si bloccano gli eventi sportivi. E naturalmente si cancellano i tornei di poker, come successo un paio di giorni fa al WPT Amsterdam, il cui Main Event è stato addirittura interrotto quando ormai si era già disputato il Day 1.
Anche a Las Vegas, nonostante gli Stati Uniti sembra stiano (ancora) sottovalutando il problema, la situazione non è delle migliori. Le poker room dei principali casinò della Sin City sono vuote o semivuote, uno scenario che non ha precedenti nella storia recente della città.
Allarme coronavirus anche negli USA
Quel che pare stia cominciando a capire il presidente Trump, lo hanno capito invece da tempo diversi professional poker player, come ad esempio Daniel Negreanu e Phil Hellmuth. In un tweet pubblicato il 12 marzo, Kid Poker scrive: “A tutti gli operatori di poker: fermatevi. Sospendete tutti i tornei e i tavoli cash, ora. Non esiste un ambiente più infettivo di un tavolo da poker. Chiudete tutto”.
E come dare torto al canadese? Tra chip, banconote, contiguità tra i giocatori dello stesso tavolo e tra i tavoli stessi, in un ambiente come quello dei tornei o del cash game i virus, di qualunque genere, possono sguazzare che è un piacere. Figurarsi un virus altamente infettivo come il coronavirus.
Non a caso, Negreanu ha anche avanzato l’ipotesi di legalizzare il poker online negli USA, quantomeno in questi mesi in cui occorre starsene tappati in casa, raccogliendo di fatto il messaggio lanciato qualche giorno prima da Brian Koppelman, uno degli sceneggiatori di Rounders – Il giocatore.
L’autoisolamento è già iniziato
Il buon Danielino era stato battuto sul tempo, se così possiamo dire, dal Poker Brat, che già un giorno prima aveva espresso il suo parere, sempre su Twitter, definendo spaventosa la situazione che gli Stati Uniti avrebbero dovuto affrontare.
“Leggere questo articolo (si riferisce al link postato nel suo messaggio, ndr) mi ha fatto saltare un grosso torneo che amo. Inoltre, dopo averlo letto, mi sto isolando (anche se continuo a bere il caffè nel negozietto locale) per il mio beneficio, e per il beneficio della società”.
Che fine faranno le WSOP?
A questo punto è anche difficile ipotizzare lo svolgimento di una kermesse importante come le World Series of Poker 2020, anche se mancano ancora più di due mesi e mezzo. Lo stesso Negreanu ritiene che l’edizione di quest’anno, la 51°, sia destinata ad essere cancellata.
Al momento non ci sono indicazioni da parte del management delle WSOP, proprio perché l’evento è temporalmente piuttosto lontano. Ma se l’emergenza coronavirus non dovesse rientrare nel giro di un mese o poco più, difficilmente si potrebbe confermare un evento dalle proporzioni gigantesche, che ogni anno raccoglie decine di migliaia di giocatori provenienti da tutto il mondo.