Doyle Brunson: “Rifiutai $235 milioni per la mia room”
Alzi la mano chi, nella vita, non ha mai chiuso un pessimo affare o non ha mai mancato quella che si sarebbe rivelata come un’ottima opportunità. Certo, forse nessuno di noi ha mai rifiutato un’offerta da 235 milioni di dollari… ma Doyle Brunson sì.
E comprensibilmente, a distanza di anni si sta ancora mangiando le mani.
Lo scambio di tweet con Brian Koppelman
La storia non è recente, ma Doyle Brunson ha deciso di riaprire quella vecchia ferita rispondendo a un tweet di Brian Koppelman, uno degli sceneggiatori di Rounders – Il Giocatore, che chiedeva ai suoi follower quale sia la cifra che una persona debba guadagnare o possedere per essere considerata ricca.
“Me lo sono chiesto spesso”, ha scritto il Texas Dolly. “Ho rifiutato 235 milioni di dollari per la mia Doyles Room, prima del Black Friday, ed è una cosa che mi perseguita ancora oggi. Pensai che il suo valore sarebbe raddoppiato, e lo avrebbe fatto”.
Poi, il veterano del poker ha risposto direttamente alla domanda di Koppelman: “Quanto per essere ricco? 500.000 dollari l’anno o 20 milioni di beni posseduti”.
Paradise Poker dietro l’offerta
Ma chi avrebbe offerto quella montagna di denaro a Doyle Brunson, in cambio della sua (ormai chiusa) poker room online? Ecco svelato l’arcano:
“Paradise Poker”, ha replicato Brunson a un fan che gli chiedeva, per l’appunto, chi fosse disposto ad un tale esborso economico. “Probabilmente avrei dovuto accettare parte (di denaro, ndr) in azioni. Saremmo diventati più grandi di qualsiasi altro sito. Quando ci penso, mi viene in mente il passaggio della lettera ai Romani 8-28: troppo denaro a volte è una maledizione”.
Per chi non la conoscesse, Paradise Poker fu una poker room online diventata popolare agli albori del poker online. Creata addirittura nel lontanissimo 1999, la room fu comprata da Sportingbet nel 2004, per una cifra curiosamente simile a quella che sarebbe stata offerta a Doyle Brunson anni dopo: 160 milioni di dollari cash più 88 milioni in azioni.