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Gli errori nel poker esistono: facciamocene una ragione

Quando Michael Jordan sbagliava un tiro, perdeva una partita, o veniva eliminato nei Playoff dai suoi Bulls, sapeva che qualcosa non era andato come voleva lui. Sapeva di aver commesso degli errori

La differenza tra un campione come Jordan e un buon giocatore, finanche un ottimo giocatore, non la fa soltanto il talento: la fa la capacità di prendere un errore, farne tesoro e migliorare. Sempre di più. Un passo alla volta.

E questo, naturalmente, vale anche nel gioco che amiamo di più, il poker.

Gli errori fanno parte di noi

Tutti commettono errori: nella vita, sul lavoro, nello sport. Anche i giocatori di poker professionisti più vincenti e affermati a volte sbagliano una giocata. Potremmo fare esempi infiniti di raise fuori tempo o pessimi call, anche di campioni come Phil Ivey o Daniel Negreanu.

Sicuramente anche loro, a inizio carriera, hanno dovuto subire sguardi severi e commenti ironici dopo aver commesso un errore che gli è costato caro. Loro, a differenza di tanti altri forse ancor più talentuosi, non hanno però commesso l’errore nell’errore, cioè farsi abbattere dagli ostacoli.

Molti giocatori promettenti, infatti, si sono persi per strada perché non hanno saputo reggere la pressione dei loro sbagli, finendo in un vortice di autodistruzione dal quale non sono stati capaci di uscire.

Ma come reagire ad un errore nel poker?

Cercandone il lato positivo: un errore non è altro che un’occasione per migliorare. Ho sbagliato? Sì. Potevo fare meglio? Sì. Potevo fare meglio con le conoscenze che avevo in quell’esatto momento? Probabilmente no. Ed è per questo che dopo quell’errore ho imparato qualcosa che mi permetterà – si spera – di non ripetere più lo stesso sbaglio in futuro.

Quando giochiamo a poker, le nostre decisioni sono bastate sull’esperienzasulla conoscenza e sulla tenuta mentaleche siamo riusciti a coltivare fino a quel momento. Perciò, l’importante non è non sbagliare, ma giocare al meglio delle nostre possibilità. Se questo significa commettere un errore, pazienza: doveva andare così.

La tenuta mentale

Tutti vogliamo vincere quando giochiamo a poker, essere giocatori forti e rispettati, ma aspettarci di non commettere mai un singolo errore è uno sforzo futile. E pazienza se qualche volta ci sentiremo in imbarazzo: l’importante è non sprecare energie mentali, abbattendosi più del dovuto.

E se un “professionista” (e le virgolette non sono casuali) reagisce ad un vostro errore puntandovi il dito contro o prendendosi gioco di voi, sappiate che non sarà un pro a lungo.

Chi si comporta in questo modo, infatti, non ha sufficiente tenuta mentale. I veri professionisti prendono e danno legnate senza battere ciglio. Se subiscono una bad beat causata dall’errore di un avversario, si alzano, danno tre colpi sul tavolo, si congratulano e se ne vanno.

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