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Istinto, matematica o talento? Non esiste una regola

Quando si impara a giocare a poker, si pensa sempre a quanto possa essere importante il peso della matematica e quanto, dall’altra parte, quello del talento e dell’istinto. Ma la verità sta nel mezzo.

Il giocatore istintivo

Fanno parte di questa categoria i giocatori che fin dal primo momento, credono nel cuore delle carte, sanno che in quel determinato momento “uscirà la loro” e aborrono calcoli matematici, posizioni, size ecc. ecc. 

Solitamente sono quei giocatori che sanno sempre quello che c’è da fare, non ammettono consigli e si curano poco delle scelte che, per loro natura, prima o poi condurranno a qualche disastro. 

Sarà sempre e comunque il loro modo di giocare e difficilmente cambieranno idea

Di solito li sentirete affermare “ti facevo Asso/Kappa” e raramente li sentirete parlare di range, vi parleranno di mani e saranno abbastanza indifferenti alle percentuali di uscita. 

Il giocatore di talento

Si differenzia da quello precedente per il proprio stile sempre molto affine alle cose giuste da fare, con una conoscenza basica dei calcoli matematici, ma senza esserne schiavo.

Il talentuoso si basa poco sull’esperienza, ma impara sempre e comunque dagli errori fatti in precedenza, per vocazione e natura riconosce immediatamente gli avversari che ha di fronte e necessita di teorie innovative per andare di pari passo con un poker in continua evoluzione. 

Non essendo dei giocatori prettamente matematici, non sempre si affidano alle mosse che nel medio/lungo periodo porteranno dei benefici, ma spesso cambiano tecnica e strategia a secondo di chi hanno di fronte. 

Il giocatore matematico

Odds e Pot Odds sono il loro pane quotidiano, non si affidano mai a colpi di testa che possono rovinare sessioni e tornei, ma applicano concetti e regole che andranno sempre bene per provare a ottenere un lento e costante profitto nel tempo. 

Per loro il concetto di varianza negativa è un principio da rispettare e da combattere con la statistica e alcune loro mosse differenziano da chi hanno di fronte sempre con un occhio alla matematica.

Parlano di range e mai di mani, solitamente sono accaniti sostenitori delle hand review e, nella maggior parte dei casi, se seguono pedissequamente le regole che si impongono, sono dei giocatori vincenti.

In medio stat virtus

Come dicevano i latini “la verità sta nel mezzo”. 

Non sempre, seppure tra questi tre sia l’atteggiamento che preso da solo rappresenta lo slot migliore, il giocatore che adotta un sistema esclusivamente matematico, è un vincente. 

È giusto affermare che se non ci fossero giocatori che fanno capo a diverse tipologie, non esisterebbero vincenti e perdenti, ma d’altro canto non è nemmeno giusto affermare che si possa vincere sempre e comunque.

Chi sta leggendo questo articolo sa benissimo a quale categoria appartiene, speriamo di essere riusciti a instillare dentro di lui il dubbio che, nella vita, porta sempre a qualcosa di buono.

Buona fortuna ai tavoli!

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