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Come riconoscere gli avversari che giocano col freno a mano

Torniamo a parlare dei poker tell, individuati e spiegati magistralmente da Mike Caro nel suo Book  of Poker Tells, facendo luce sul concetto che l’autore definisce con il termine fearlessness, inteso non tanto come “coraggio”, quanto più con “assenza di paura”.

Naturalità, razionalità, spontaneità

I giocatori che non hanno paura, spiega Mike Caro, sono più disposti ad iniziare una conversazione naturale. Se chiedete di parlare di politica ad un giocatore che ha una scala reale, molto probabilmente potrà andare avanti mezzora a dissertare senza alcun tipo di problema.

Se sta bluffando, invece, cercherà di rimanere in silenzio o proverà a borbottare qualcosa senza troppa convinzione, sperando di chiudere velocemente il discorso. Inoltre, quel che dirà sarà meno razionale del solito.

Secondo Caro, inoltre, quei giocatori che hanno una mano vincente, e che pertanto non hanno grossi timori ad affrontare qualsiasi decisione durante un piatto, tendono a sorridere a trentadue denti. Uno di quei sorrisi genuini, insomma, praticamente impossibili da fingere. Lo stesso vale per le risatine spontanee, altro comportamento molto complesso da simulare

Nervosismo e volontarietà

Ricordate quando abbiamo parlato del nervosismo? I giocatori che puntano e continuano a muoversi impazienti probabilmente hanno una mano forte; chi invece sta bluffando, cerca di rimanere calmo e impassibile. 

Ecco perché quando vedete un giocatore particolarmente “vivace” dopo aver puntato, dovete presupporre che abbia un buon punto. Con una eccezione: alcuni giocatori sono capaci di usare movimenti e commenti atti a farvi foldare.

Quando i giocatori assumono volontariamente questi comportamenti per farvi credere di avere una mano forte, dovete chiamare perché di solito invece hanno una mano debole. Ma se sono semplicemente “loro stessi”, difficilmente muovendosi e agitandosi vuol dire che sono preoccupati o che stanno bluffando.

Il rude inaspettato

Secondo Mike Caro, esiste un’abitudine in particolare, tipica di chi “non ha paura”. Di solito si tratta di giocatori amichevoli che dopo aver puntato fanno qualche tipo di osservazione piuttosto rude. Come quando chiedete ad un giocatore normalmente socievole se sta bluffando, e lui vi risponde “gioca e basta”, in contrasto al suo spirito solitamente gioviale.

In questo caso, probabilmente la cosa migliore da fare è foldare. I giocatori che bluffano di solito hanno timore a risultare ostili, perché non vogliono subire un “call di rabbia” o “di sfida”.

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